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Adozioni

L’adozione del proprio figlio non ha inizio nel momento in cui il bambino entra a far parte fisicamente della famiglia, ma anni prima.

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Quando si decide di intraprendere il percorso adottivo ci si trova di fronte, oltre a sentimenti di gioia e entusiasmo,  ad una lunga strada: impegnativa, ricca di burocrazia, emotivamente coinvolgente e stressante. Si tratta soprattutto di un’esperienza che arrecherà alla coppia una delle esperienze migliori della propria vita: diventare genitori.

Si può decidere di ricorrere ad uno psicologo per svariate necessità:

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  • nel periodo pre-adottivo per ricevere un sostegno alla coppia. Ciò che caratterizza l’adozione sono i “suoi tempi, le lunghe attese”, che possono demotivare e dilaniare la coppia. Nella coppia possono insorgere o accentuarsi dei disagi dovuti a differenti motivazioni e aspettative nei confronti della scelta adottiva. I genitori possono essere afflitti da timori riguardanti le condizioni di salute del bambino, la sua salute psicofisica e le possibilità di un recupero. Si tratta di dubbi che hanno tutti i genitori in “attesa”, che però si accentuano nella situazione adottiva a causa del passato complicato che il bambino ha avuto e delle scarse notizie che spesso si hanno a riguardo. I genitori adottivi potrebbero temere che il figlio non si affezioni a loro, soprattutto se non è piccolissimo ed ha avuto contatti con la famiglia d’origine e che, una volta cresciuto, il bambino voglia riallacciare i rapporti con quest’ultimi.

 

  • Nel periodo post-adottivo al fine di ricevere un sostegno alla coppia e al bambino. Il bambino può presentare difficoltà nella capacità di integrare le coppie di genitori biologici e adottivi, e tutto ciò può ripercuotersi nella costruzione della rappresentazione del Sé, nell’autostima e nella costruzione dell’identità. Una volta allontanati dal luogo d’origine i bambini solitamente non sanno cosa potrà accadere loro e spesso perdura in essi una forte paura dell’imprevisto. Possono essere diffidenti nei confronti degli adulti che potrebbero ingannarli e abbandonarli di nuovo nonostante siano gentili e affettuosi. La vita in istituto solitamente li porta questi bambini a credere che esprimere i propri sentimenti sia inutile e dannoso, che per essere accettati dagli altri devono solamente adeguarsi a fare ciò che viene deciso per loro e non fare nulla di personale. Il bambino può riscontrare difficoltà d’integrazione con il gruppo dei pari.

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Inoltre i trascorsi del bambino si intrecceranno facilmente con le problematiche, caratterizzanti le varie fasi evolutive che esso vive rendendo tutto ciò maggiormente complesso da affrontare.

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Intraprendere un percorso psicologico consiste quindi in un sostegno che può aiutare la coppia ad affrontare e superare le proprie paure, preoccupazioni, difficoltà e ansie legate alla genitorialità e ai vissuti emotivi personali che possono emergere.

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Può altresì aiutare il bambino/ragazzo a far fronte alle normali tappe evolutive che solitamente si arricchiscono dei suoi peculiari vissuti emotivi.

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